L'èscara è una porzione di tessuto andata incontro a fenomeni necrotici e ben delimitata dal circostante tessuto sano. Nel processo di guarigione è destinata a essere sostituita da una cicatrice.
Il termine deriva dal tardo latino eschăra, a sua volta derivato dal greco έσχάρα.
Eziologia
La causa principale della formazione di escara sono le ustioni. Può tuttavia essere dovuta ad altre condizioni cliniche quali lesioni cutanee da decubito, vascolari o diabetiche, e infezione cutanea da antrace e herpes zoster. Può essere segno della presenza di tifo fluviale giapponese.
Clinica
La consistenza può essere friabile o mostrarsi dura come il cuoio; è spesso contornata da tessuto eritematoso o fibrina.
Trattamento
La sua rimozione chirurgica, che avviene tramite escarotomia o con toilette chirurgica o debridement, lascia un'ulcerazione più o meno profonda la cui guarigione comporta la comparsa di una cicatrice. Nel caso non si infetti e rimanga secca l'intervento è sconsigliato. Sono inoltre possibili trattamenti locali a base di sostanze chiamate idrogeli in grado di sciogliere nel tempo l'escara e facilitarne la successiva rimozione senza l'utilizzo di trattamento chirurgico.
Note
Bibliografia
- Douglas M. Anderson, A. Elliot Michelle, Mosby’s medical, nursing, & Allied Health Dictionary sesta edizione, New York, Piccin, 2004, ISBN 88-299-1716-8.
Collegamenti esterni
- escara, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (EN) eschar, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Escara, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.



